Fiori quadri
Dovresti venire qui
Guidare piano, ascoltando James
Blake o Bon
Iver.
Portare il rum delle occasioni
Gli arredi
Abbracciami
E bastami
Stringi
Succedi
Come succedono le cose
Vieni qui
Vieni qui
Fai l'amore con me
Sulla panchina
Sotto un quarto di luna
Nel tuo cassetto
C’è un corpo
Nel tuo cassetto
[di brividi
Dalle labbra fuoriesca
Spalanchiamo le bocche
E ruotano i capi
Le nuche accompagnate
Dalle dita
Sei tu, eri tu, sei tu
Di tutte le strade, tu Hai scelto questa. Il tacco secco, sul marciapiede gelato, Un colpo di tosse L'attesa di un campanello Che non è suonato. Era bello scegliere la cena, Porgere un fiore al piatto, O al tovagliolo. Inventare un dono Farne sorpresa, abbraccio, rifugio, anfratto. Dare un senso altissimo
Mari senza rive
Vieni qui, A seppellire l'ombelico Nell'ombelico. Vieni a raccogliere le lune E spezzarle, farne semicerchio Sulla schiena. Chinati. Schiaccia la guancia contro l'infinito Sussurragli di beltà e fraintendimenti Schiudi il morso all'impeto Lanciati al galoppo Piega Spalanca Scuoti Prendiamo in mano Questi mari privati delle rive Siano limpidi nidi di gorghi E frattali di conchiglie A confinare Ciò che
Comandamenti
È stato incidendo A piccoli morsi la pergamena Tremante delle labbra. Ho disegnato il volto Coperto dalle mani a coppa Di un desiderio: Gambe e braccia e ali e coda E il dettaglio della barba a sprazzi Incanutita e crespa. Con un polpastrello, Interruttore che non interrompe Ho sciolto i lacci
Come non averti
Come non averti qui Nella torta poco cotta che ha mangiato il gatto Nelle mani stese ad asciugare E nelle crepe Delle mura insuperate Delle mie mancate verità. Come non averti Qui dove si rovescia la pioggia Dei miei lombi Dove divaga il sentiero E nel pertugio aperto dai passi Si
Potresti venire qui
Potresti venire qui, adesso Il fuoco galoppa incandescente Minaccia il gelo acquattato Negli angoli Mentre leggo poesie povere Di boria Con le scarpe [piccole [e senza suole Potresti venire qui C'è il Buon Inverno C'è il tè allo zenzero C'è